Paolo Caucci von Saucken, nell’Editoriale, pone l'attenzione sulla complessità della materia compostellana che si muove in contesti paralleli, a volte sovrapposti, spesso addirittura contraddittori. Di conseguenza è necessario un approccio metodologico coordinato e sostenuto dall’attività sistematica dei Centri di studio e da una comunità scientifica organica strutturata.
La copertina di questo numero è dedicata ad uno dei testi più importanti della letteratura odeporica compostellana: il Viaggio da Napoli a San Giacomo di Galizia (1743-45) compiuto da Nicola Albani, “un pellegrino curioso ai margini della vita picaresca”, come lo definisce Jacopo Caucci von Saucken nel suo contributo.
Miguel Taín Guzmán, attraverso l’analisi di documenti e opere d’arte, tra i secoli XIV e XIX, fa una ricognizione di alcuni riti osservati dai pellegrini nel momento in cui giungono all’altare dell’Apostolo Giacomo.
Guido Tamburlini, ripercorre i momenti salienti dei testi agiografici che hanno deterninato la devozione alla Veronica.
Cesare Catà presenta la saga fantasy Il Signore degli Anelli come la storia di una peregrinatio, e, in particolare, si sofferma sulla figura di Gandalf, il grigio pellegrino che è anche il bianco cavaliere alla guida delle truppe contro “gli Uomini selvaggi che caddero bocconi innanzi a lui”, sulla scia di San Giacomo Pellegrino e Matamoros.
Antonio Navanzino parla delle maioliche realizzate dai ceramisti di Caltagirone in onore del protettore San Giacomo, nel periodo successivo al catastrofico terremoto del 1693 fino ai giorni nostri.
Giuseppe Arlotta, infine, indaga sulla rappresentazione della figura del diavolo nella cultura compostellana del sec. XII, come è raffigurato nelle pagine del Codice callistino e nelle sculture della cattedrale di Santiago.
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