L’Atlante analizza il celebre miracolo dell’impiccato, descritto nel Codice callistino (XII sec.), in cui si narra dell’intervento di San Giacomo in favore di un giovane pellegrino condannato alla forca perché accusato ingiustamente di furto da un oste.
Nel corso dei secoli cambiano le dinamiche narrative sia in ambito letterario sia in quello artistico. Entrano in scena nuovi personaggi, per esempio la figlia dell’oste e il giudice, che rendono la trama più intrigante e coinvolgente. La figlia dell’oste che, respinta dal giovane pellegrino nelle proprie avances amorose, per vendetta gli nasconde nella bisaccia una tazza d’argento e lo denuncia per furto. Il giudice lo condanna alla forca ma poi lo fa liberare dal cappio perché assiste esterrefatto al miracolo dei polli o, meglio, del gallo e della gallina risorti sulla tavola imbandita dopo essere stati arrostiti.
Il racconto, come in tutte le fiabe, somiglia ad una tela intessuta con tanti fili, fili letterari e artistici acquisiti da diverse culture popolari o auliche che di volta in volta si snodano e si riannodano in un unico discorso che, come si evince dalle pagine dell’Atlante, segue le sensibilità, le emozioni, i sentimenti degli artisti e delle genti che recepiscono le narrazioni e le tramandano ai posteri.
Sono questi alcuni degli elementi di una storia che avrà un complesso e articolato sviluppo all’interno del pellegrinaggio compostellano con riscontri nel dramma sacro, nelle arti, nella letteratura odeporica e nelle tradizioni popolari. La vicenda ha infatti tutte le caratteristiche per entrare nell’immaginario del pellegrino compostellano che la diffonde in tutta Europa. Nell’arte italiana inizia ad avere le sue prime manifestazioni a partire dalla seconda metà del XIV secolo.
Il Centro Italiano di Studi Compostellani da sempre ha considerato questa tematica uno degli emblemi della diffusione della civiltà e della cultura del pellegrinaggio e, in tale prospettiva, ha impostato da anni una ricerca sistematica per definire il quadro più completo possibile delle sue espressioni artistiche in Italia. Il risultato è il libro che si pubblica, coordinato da Paolo Caucci von Saucken e Giuseppe Arlotta, con la collaborazione di 19 specialisti che hanno individuato 73 opere d’arte, di pittori, scultori, incisori, argentieri, dislocate dalle Alpi alla Sicilia, e hanno prodotto le relative, accurate schede con un corredo iconografico di 350 immagini ad alta definizione.
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